Olanda

Non bastavano le caricature su Maometto pubblicate nel 2005 in un giornale danese, complici di aver scatenato una serie di forti e violente proteste nel mondo islamico; non bastava la maestrina inglese che in Sudan viene condannata per aver concesso ai suoi studenti di chiamare un orsetto Maometto; le proteste del mondo islamico si allargano anche all’Olanda, che oggi vede quindi accrescere la tensione tra la comunità islamica e la società olandese per via di un film.
Il film in questione, che racconta della ‘Vita del profeta',  è opera di un giovane di origine iraniana, Ehsan Jami, 22 anni, trapiantato in Olanda quando il padre, medico, decise di lasciare l’Iran per motivi politici. A detta del giovane regista l’effetto del suo film sul mondo islamico sarà più forte delle caricature danesi, questo perchè, secondo quanto da lui espresso, il film narra una vita vissuta in costante richiamo di crudeltà e tirannia, violenza e sfruttamento minorile e femminile.
Senza dubbio, sono molte le persone (e non solo nel mondo islamico) a ritenere che il film cortometraggio sia solo una provocazione al mondo e alla religione islamica, dichiarando che il regista abbia inutilmente messo a repentaglio la propria vita. Ricordate il povero regista Theo van Goch? Nel 2004 venne ucciso con dei macabri rituali, segnali di un Corano che aveva osato criticare nel suo film sulla sottomissione della donna musulmana. Di sicuro, il giovane Ehsan non sembra curarsi di questi effetti se ha deciso di girare il suo film (in uscita il prossimo gennaio-febbraio 2008), ciò nonostante la polizia olandese ne ha garantito la protezione visto che ha già subito tre aggressioni. Ma la sua azione va ben oltre il cortometraggio da lui girato, spostando l’attenzione sull’associazione degli ‘ex-musulmani’ da lui fondata. L’associazione nasce allo scopo di assistere coloro che vogliano abbandonare la religione islamica e si è ora sviluppata in altre nazioni andando a contare oltre un migliaio di iscritti.