Business e affari in Olanda
Italia-Olanda, soluzione alla crisi mondiale?
La crisi economica, com'è noto, ha toccato tutto e tutti: dal più grande degli Stati del mondo al più piccolo risparmiatore (o comunque consumatore) del piccolo paesino della solare Sicilia. Una realtà allentata e rallentata dalla paura di non avere alcuna via d'uscita. Ma si sa, la storia si ripete e si ripeterà all'infinito, esistono tante vie d'uscite, di cui forse ancora non esiste coscienza.
Ci sono Paesi al mondo, più o meno preparati a far fronte alle crisi, alla crisi del secolo o anche a quella della storia. L'America di Obama ci prova soprattutto con l'infondere speranza e ottimismo, benzina naturale del motore umano, capace di muovere le folle, di 'accendere' ogni singolo individuo e portarlo a raggiungere grandi risultati. L'Europa, dal canto suo che fa? Che fanno i singoli Paesi del vecchio continente? Esiste la stessa carica (capacità, direbbero alcuni) di ricreare il giusto ambiente per una nuova ripresa economica?
Noi crediamo di si. L'esempio ci viene dato da due grandi Stati dall'illustre passato e dalle profonde differenze, la nostra cara affaticata Italia e la poliedrica Olanda. Legate da una grande intesa commerciale, le due nazioni da tempo usufruiscono di notevoli vantaggi nei settori dell'import-export. Nel 2007 le esportazioni olandesi in Italia ammontavano ad oltre 17 miliardi di Euro, viceversa i prodotti italiani entrati in Olanda raggiungevano quasi gli 8 miliardi di Euro. Le figure erano tali da portare ciascuno dei due Paesi, rispettivamente al 5° e al 7° posto nel commercio con l'estero.
Nonostante il saldo della bilancia commerciale dei Paesi Bassi sia più che positiva in confronto a quella italiana, l'obiettivo principale rimane quello di rafforzarne l'intesa, sia commerciale che economica. La conferma di questa grande opportunità ci arriva da un seminario organizzato nei mesi scorsi dall'Ambasciata olandese in Italia e che pone l'accento sulle diversità culturali dei due Paesi, “L'arte di fare affari. Diversità culturali: un ostacolo o un'opportunità di business?”.
Il tema è unico e attuale: il bisogno di comunicare, di confrontarsi, di porre sullo stesso piano due culture diverse, di raggiungere alla fine non solo un risultato comune, ma un risultato nuovo, originale, in grado di generare in continuazione nuove proposte, in una parola, in grado di produrre Progresso. Il seminario è stato attento allo scontro, inevitabile, delle due 'energie commerciali', ne ha ricercato le rispettive diversità e differenze mentali e le ha trasformate in nuove possibili fonti di sinergia.
Prendendo ad esempio il panorama pubblicitario delle due nazioni (senza dubbio il primo a fornire il livello di 'salute' di una società), si sono andati a ricercare alcuni stereotipi culturali di ciascuna; comprese le differenze iniziali, le proprie diffidenze rispetto all'altra, è scattata quella fase d'interazione tra le parti utile a migliorare i rapporti commerciali (e non solo). Al gruppo di esperti presenti, tra manager e imprenditori di settore appartenente ad ambo i Paesi, si è presentato un ambiente stimolante, in grado di affermare ed analizzare perchè, per esempio, l'italiano abbia paura di rischiare in ambito aziendale o perchè l'olandese, allo stesso tempo, ami pianificare il tutto alla perfezione, lasciando poco spazio alla risoluzione di imprevisti che ne possano scaturire.
I problemi pratici nell'ambito economico, soprattutto italiano, esistono. Sono problemi di fondo, a cui il nostro Paese non è stato educato in maniera adeguata. Il Long Learning Program per esempio è ancora poco attivo in Italia (al contrario che in Olanda); sorge allora reale la necessità di proposte che guardino alla preparazione e alla formazione delle aziende italiane oltre l'università. Si sono analizzati temi come quelli che vedono un maggiore coinvolgimento della donna in azienda e nei canali della grande distribuzione commerciale. Si sono affrontati argomenti ancora più pratici, come quelli relativi all'esportazione, per esempio, del vino sfuso, senza passare per la grande burocrazia della distribuzione: che prospettive dare al piccolo coltivatore agricolo, che non si può permettere certi canali ma che possiede comunque un prodotto di grande qualità?
Tante le risposte, le discussioni, lo stimolo lasciato e l'ottimismo scaturito. Due Paesi così diversi che insieme possono dare tanto alla cara vecchia Europa.