Leggende e folklore olandese

Tradizioni di Natale in Olanda

Tradizioni di Natale in OlandaSan Nicola è il Babbo Natale olandese e Sinterklaas è una festività che viene celebrata in molti paesi europei e con particolare risonanza in Olanda ed in Belgio tra il 5 e il 6 dicembre in onore di San Nicola, santo protettore dei bambini.

San Nicola, vescovo della citta’ di Myra che visse tra il 280 e il 342, nacque vicino all’attuale cittadina di Antalaya in Turchia. Non si conoscono molti dettagli sulla sua vita e ci sono versioni molto diverse tra loro che narrano di chi si nascondesse dietro questa figura diventata poi leggendaria: secondo alcune di queste storie il santo, prima di diventare vescovo, sarebbe stato un generoso marinaio (San Nicola e’ anche protettore dei marinai), secondo altre invece un mercante benestante che aveva a cuore il benessere dei suoi concittadini, ma piu’ spesso le storie si concentrano sul ruolo di vescovo caritatevole e sui numerosi miracoli da lui operati per salvare bambini in pericolo o in difficolta’ ed e’ proprio da qui che ha origine il mito di Sinterklaas.

San Nicola e’ la figura originaria che si nasconde dietro il piu’ celebre Babbo Natale americano: i coloni olandesi che si stabilirono a New York (allora chiamata New Amsterdam) mantennero viva la tanto amata festivita’ e fu cosi’ che Sint Klaas divenne Santa Claus.

Secondo la tradizione San Nicola ha una lunga barba bianca ed ha un grosso bastone dorato dal manico ricurvo, indossa la tipica veste vescovile di colore rosso e la mitra e porta sempre con se’ un grosso libro dove sono scritti tutti i nomi dei bambini con accanto un commento che indica se sono stati buoni o cattivi.

Il santo e’ assistito da alcuni aiutanti (in alcuni casi da un solo aiutante) dalla faccia nera e dai costumi moreschi coloratissimi, ispirati ai modelli spagnoli del XVI secolo. Questi aiutanti hanno il nome di Zwarte Piet (traducibile come “Pietro Nero”). Secondo la leggenda, a seguito della vittoria di San Nicola sulle forze del male, il demonio venne sconfitto, incatenato e reso suo schiavo e questa sarebbe l’origine del colore nero, simboleggiante le forze oscure. Le caratterizzazioni razziali legate al colore della pelle si aggiunsero solo in seguito, quando furono rielaborati piu’ accuratamente i caratteri del mito. Adesso si tende a fornire una spiegazione piu’ “politicamente corretta” secondo cui la faccia di Piet e’ nera per via della fuliggine dei camini quando vi si cala per depositare i doni nelle case dei bambini. Rimangono tuttavia le accuse di razzismo, sviluppatesi soprattutto nell’ultimo ventennio sull’onda delle forti ondate migratorie che hanno portato in Olanda persone di diverse etnie e diverso colore della pelle. Nel tentativo di sedare le proteste negli ultimi tempi si e’ fatto qualche tentativo per introdurre nuovi colori per la faccia di Piet, blu, rosso, giallo, cosi’ da evitare accuse di razzismo.

Studi piu’ approfonditi tuttavia spiegano che il vero motivo per il colore nero della faccia di Piet sembra in realta’ essere legato a miti molto piu’ antichi che si riallacciano alla tradizione vichinga: il dio anglo-sassone Wodan, conosciuto in Italia come Odino, aveva due corvi neri come aiutanti ed amici e prima che la chiesa reclamasse la data per il santo, il 5 dicembre era proprio il giorno dedicato a Wodan: fu cosi’ che, quando il 6 dicembre fu consacrato a San Nicola i due corvi neri si trasformarono in Piet neri.

Secondo la leggenda Sint Klaas giunge ogni anno a novembre dalla Spagna su di una barca a vapore e cosi’ ogni anno alcune municipalita’ organizzano per quel giorno (verso la fine di novembre) una festa di ricevimento durante la quale il santo passa in gran parata per le vie principali della citta’. San Nicola viene accolto in Olanda da un’esultante folla di bambini e mentre lui ricambia gli affettuosi saluti dei piu’ piccoli, Zwarte Piet distribuisce caramelle e i biscottini alla cannella.

Quando finalmente il momento tanto atteso giunge ed e’ la la notte che precede il 6 dicembre, i bambini lasciano le loro scarpe vicino al camino o al forno o anche accanto alla porta di casa, mettendovi dentro con una carota per il cavallo di San Nicola e del cioccolato per Zwarte Piet. Ad un certo momento della serata i genitori faranno in modo che qualcuno bussi forte alla loro porta e li’ fuori i bambini troveranno un grande sacco colmo di regali in attesa di essere scartati.

I regali sono in genere accompagnati da una semplice breve poesia in cui si danno alcuni piccoli indizi sulla natura del regalo e immancabilmente anche dalla lettera di cioccolato con l’iniziale del nome del bambino.

Alcune storie connesse a Sinterklaas sono state abbandonate negli ultimi decenni in quanto ritenute non particolarmente idonee per i bambini secondo i recenti progressi della psicologia infantile, come ad esempio la minaccia con cui i genitori cercavano di far star buoni i bambini dicendo loro che altrimenti sarebbero stati messi nel sacco del santo e portati in Spagna per il resto dell’anno (un po’ come “l’uomo nero” per i bambini italiani), o la storia sull’esistenza di due libri, uno d’oro con su i nomi dei bambini buoni e uno nero con i nomi di quelli cattivi o ancora il sacchetto di sale che viene messo nelle scarpe dei bambini cattivi al posto dei regali e del cioccolato.
Ora invece si cerca semplicemente di dare ai bambini una gioiosa occasione di festa, scevra di minacce e di inquietanti collegamenti con diavoli e demoni.

Articolo di Silvia Baldi

Ultimi articoli

Argomenti più letti